Nuovo corpo di guardia

La Neue Wache (nuovo corpo di guardia) è un monumento dedicato alle vittime della guerra e della tirannia. Qui può essere ammirata la famosa Pietà di Kathe Köllwitz, raffigurante una madre col figlio morto.

La Neue Wache si trova tra il Deutsche Historisches Museum (museo storico tedesco), o ex arsenale, e l’università Humboldt. È il primo edificio importante di Karl Friedrich Schinkel a Berlino e uno dei molti da lui realizzati con rigoroso classicismo. Eretto nel 1818 come monumento alle vittime delle guerre napoleoniche, dal 1993 è diventato il principale monumento di commemorazione delle vittime delle guerre e della tirannia.

L’edificio è stato un luogo significativo in tre diversi momenti della storia tedesca. Fino al 1918 è stato un monumento dedicato alle guerre di liberazione. Nel 1931, sotto la presidenza di Paul von Hindenburg, Heinrich Tessenow lo trasformò in un monumento per le vittime della Prima guerra mondiale, realizzando una copertura sul cortile interno che lasciava passare solo uno spiraglio di luce. Il compito di trasformare il monumento fu affidato all’architetto Heinrich Tessenow, che realizzò un blocco in granito nero con una corona di foglie di quercia in oro e argento.

Dopo la Seconda guerra mondiale e la sua distruzione, la Repubblica Democratica ne fece un monumento alle vittime del fascismo e del militarismo: una fiamma perenne fu posta sulle ceneri di un prigioniero di un campo di concentramento e di un milite, entrambi ignoti.

La Germania riunificata scelse invece la scultura di Kathe Köllwitz – Madre con figlio morto – per esprimere l’eterna tragedia della perdita della vita causata dalla guerra e dalla tirannia. Nel locale sotterraneo sono custodite le spoglie di un milite ignoto, di un combattente della Resistenza e campioni di terra provenienti da campi di battaglia e da campi di concentramento.

Molti gli elementi classici: la forma cubica, reminiscenza del castrum romano, il vestibolo in pietra arenaria e le colonne decorate con vittorie in metallo anziché con i più consueti fregi con metope e triglifi.

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