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Stadio Olimpico di Berlino

Stadio Olimpico di Berlino

L‘Olympiastadion e la Glockenturm (stadio olimpico e campanile), nella zona di Grunewald, furono costruiti per i giochi olimpici del 1936, dove fino a due anni prima sorgeva un ippodromo con una pista lunga 2400 m, progettato nel 1909 da Otto March. Il nuovo stadio nazionale fu progettato dai figli di March, Werner e Walter, sotto la supervisione diretta del Ministro degli Interni di Hitler.

Il monumentale stadio e la mostra allestita nel campanile offrono interessanti testimonianze del passato, come le immagini del velocista afro-americano Jesse Owens, le cui quattro medaglie olimpiche fecero vacillare le teorie hitleriane sulla superiorità fisica della cosiddetta “razza ariana”.

La ristrutturazione dello stadio, durata quattro anni, si è conclusa nel 2004 e rappresenta un valido compromesso tra le esigenze di conservazione di un monumento storico e quella di un moderno complesso sportivo. Oggi lo stadio dispone di 76,000 posti a sedere. Il 9 luglio 2006 l‘Olympiastadion ha ospitato la finale dei Mondiali di calcio, quella memorabile partita Italia-Francia 6-4 che ancora oggi detiene il record dell’evento sportivo più diffusamente trasmesso al mondo. Due anni più tardi la cantante Madonna ha scelto lo stesso palcoscenico per la tappa berlinese del suo tour, Sticky and Sweet.

Il progetto di Werner March per le Olimpiadi del 1936, in pieno stile di regime, prevedeva la realizzazione di un grande complesso sportivo polifunzionale: un’arena, uno stadio con 110,000 posti a sedere, una vasta area - chiamata Maifeld, ovvero “campo di maggio” - capace di accogliere marce di massa (fino a 500,000 persone) e infine una piscina olimpionica.

Il Waldbühne (teatro della foresta), oggi un popolare teatro nella bella stagione, fu costruito per ospitare competizioni olimpiche di ginnastica e spettacoli culturali. Ispirato al teatro greco di Epidauro, accoglie fino a 22,000 spettatori. Completa il complesso il campanile, una torre alta 78 metri. L’insieme dell’area sportiva gioca sull’armoniosa relazione tra gli edifici, le sculture e gli elementi naturali, creando uno scenario suggestivo per grandi eventi, come quelli documentati dai controversi filmati di Leni Riefenstahl, che celebrano il culto per l’estetica nel nazismo. Su You Tube è possibile, per esempio, vedere la scena dei tuffi tratta dal film “Olympia”, il primo documentario mai realizzato sui giochi olimpici, che documenta i giochi del 1936.

Dopo l’ultimo conflitto, la struttura fu riaperta già nel 1946, quando le truppe britanniche organizzarono qui una competizione internazionale per i soldati alleati nella quale gareggiarono otto paesi. Dopo la caduta del Muro (1989), Berlino si propose come sede per le Olimpiadi del 2004. Nel 1998, dopo che la sua candidatura fu bocciata, il Senato della città decise di avviare una vasta ristrutturazione del sito per farne un moderno complesso sportivo multifunzionale. Il progetto, firmato dallo studio di architettura Von Gerkan, Marg und Partner.

Dal 1 aprile al 2 novembre, dalle 9:00 alle 18:00, i visitatori possono accedere al campanile, al centro visite e alla mostra del museo storico - dedicata alle olimpiadi del 1909 e del 1936 e ai mondiali di calcio del 2006 – allestita al piano terra. L’area è stata ristrutturata per i mondiali del 2006 e tra le attrattive più recenti spicca il nuovo ascensore panoramico.

Sono disponibili audio-guide e visite guidate; queste ultime permettono di accedere a parti solitamente chiuse al pubblico, come la zona VIP, agli impianti d’illuminazione, agli schermi giganti, ai 25 punti informazione che documentano la storia del complesso e perfino agli spogliatoi della squadra di calcio della città, l’Hertha BSC.

Informazione

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Indirizzo
Olympischer Platz 1
14053 Berlin
Sito Internet
www.olympiastadion-berlin.de
Orario di apertura
da gennaio a marzo ore 10-16 Uhr, da aprile a ottobre ore 9-19, agosto ore 9-20
Prezzo di ingresso
7,- Euro, ridotto 5,50 Euro
Visite guidate
Mail: tour@olympiastadion-berlin.de
Architetto
Werner March

trasporti pubblici

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Aktualisierung: 19/nov/15