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Lo Jagdschloss Glienicke (palazzo di caccia Glienicke) è uno dei 32 luoghi storici prussiani – tra palazzi, residenze e parchi – appartenuti alla dinastia degli Hohenzollern nel territorio compreso tra Berlino, Potsdam e il Brandenburgo. I palazzi, tra i quali spicca il famoso Cecilienhof, dove nel 1945 si svolse la conferenza di Potsdam – sono oggi gestiti da una fondazione (Stiftung Preussische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg). Dopo essere divenuti proprietà dello stato nel 1918, i palazzi furono trasformati in musei e aperti al pubblico. Complessivamente, la fondazione gestisce oggi 300 edifici e 700 ettari tra parchi e giardini, che dal 1990 sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Lo Jagdschloss Glienicke, sulle rive dell’omonimo lago, fu costruito per servire come casa di caccia per Federico Guglielmo I di Prussia (1640-1688), che ne avviò la costruzione nel 1684.
Di fatto non fu mai utilizzato a questo scopo ed ebbe nel tempo molte diverse destinazioni d’uso, a mano a mano che si succedevano i diversi regnanti della dinastia Hohenzollern. Progettato da Charles Philippe Dieussart, fu completato solo nel 1693 sotto Federico I, che ne fece un lazzaretto e un ospedale militare. Successivamente, sotto Federico II (1740-1786) fu ceduto al produttore ebreo di carte da parati Isaac Levin Joel che qui aprì la sua azienda.
Utilizzato come orfanatrofio dal 1827 al 1859, fu poi restaurato dall’architetto di corte Ferdinand von Arnim intorno al 1865, su incarico del principe Carlo di Prussia, e divenne una residenza neobarocca per il figlio, il principe Federico Carlo di Prussia.
Nel 1939 il palazzo passò al comune di Berlino. Durante l’ultimo conflitto fu requisito dai sovietici, che qui diedero alloggio alle famiglie di senzatetto. Dopo la fine della guerra la casa cinematografica Universum Film lo usò come deposito. Nel 1963 l’edificio fu ricostruito da Max Taut e usato per convegni giovanili fino al 2003 quando, nel mese di marzo, un incendio devastò l’ala meridionale, presumibilmente a causa di un impianto elettrico inadeguato e alla mancanza di un idoneo sistema antincendio. Oggi l’edificio è un centro d’istruzione e formazione.
L’area, usata principalmente come luogo per conferenze, grazie alla sua posizione lungo la “cintura verde” e alla sua vicinanza a Palazzo Glienicke, al parco e a Palazzo Babelsberg, è un’ideale destinazione per escursioni e passeggiate domenicali.
Il ponte, Glienicke Brücke, è ricordato come “ponte delle spie” perché qui, negli anni della Guerra Fredda, avvennero scambi tra spie americane e sovietiche. Nel febbraio del 1962 il pilota statunitense Gary Powers, catturato dai sovietici, fu liberato in cambio del Colonnello Rudolph Ivanovic Abel. Il più memorabile tra tutti gli scambi avvenne invece nel 1986, quando Anatolj Sharansky, attivista per i diritti umani degli ebrei sovietici fu raggiunto oltre-cortina dall’ambasciatore israeliano che gli consegnò un passaporto sul quale era riportato il suo nuovo nome ebraico, Natan. Il ponte appare anche nel film Funeral in Berlin, di Harry Palmer, interpretato da Michael Caine.
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